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IL GAZZETTINO – mercoledì 10 febbraio 1954

Quadri di Rino D’Ambros –
Ritorna ad esporre a Feltre Rino D’Ambros ordinando una sua “personale” nella sala del caffè Grande. Sono soltanto nove quadri; ma sono sufficienti a mostrarci un nuovo D’Ambros. Lontano dai “saggi” di sei o sette anni fa, quando le sue mostre suscitavano discussioni, non sempre benevoli. Questi nove quadri, tutti su un unico tema cromatico, ci mostrano un D’Ambros più calmo, più riflessivo, più padrone della tavolozza, anche se quell’unico tema cromatico del bruno, e il soggetto dei fiori ci fa ricordare certe tavolozze delle passate mostre, dove i colori spenti invitavano piuttosto alla tristezza pensosa.
Il tema dei crisantemi sfatti su sfondo geometrico e in vasi dechirichiani, danno la misura dell’animo del pittore sensibile alla tristezza. Ma una tristezza che da forza, sentita come necessità di sfogo, di un’anima piena, incompresa, che tenta esprimersi e rendersi comunicativa, con una discreta efficacia.
A vedere questi fiori ormai finiti, dai petali cadenti, dalle foglie vizze, messi in rilievo dai riquadri geometrici, ci vien fatto di pensare a certi Morandi della prima maniera per i colori smorti, e a certi De Chirico dei tempi del metafisico. Certo che dobbiamo ammirare la tecnica non facile, di uno stesso colore portato in tutte le sfumature e capace di creare nello stesso tempo una sorprendente armonia cromatica.
Alcune sedie dipinte in primo piano su uno sfondo di prati  e di monti quieti al primo mattino, fanno pensare ad una persona viva che abbia per un momento abbandonato la sedia. Ma un gattone nero messo in primo piano su una di queste sedie, da un senso di improvviso sgomento quasi che una persona cara se ne sia andata, per sempre.

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